ANSIA DA ESAMI UNIVERSITARI?
DISTURBI D' ANSIA - 13/12/2020
Somatizzo la paura per gli esami! Soffro di mal di test
L’ansia da esame è una condizione psicologica che comporta stress prima, durante o dopo un esame e può causare un basso rendimento o interferire con il normale processo di apprendimento rendendo difficile concentrarsi e memorizzare informazioni. Essa è un particolare tipo di ansia da prestazione che insorge in quelle situazioni in cui ci si sente valutati dagli altri. Essa consiste in atteggiamenti di eccessiva preoccupazione per gli esami, paura di essere valutati, timore di eventuali conseguenze negative ed è un sentimento comune tra normali studenti.
Di fronte a un esame alcuni diventano ossessivi e perfezionisti, altri sono bloccati dalla paura, a tal punto che un ragazzo che soffre di ansia da esame potrebbe entrare in panico e fare scena muta all’esame oppure non ricordarsi nulla di quanto studiato durante una prova scritta.
L’idea di dover sostenere un esame è associata ( in maniera direttamente proporzionale alla vicinanza, alla difficoltà e all’importanza attribuita alla prova) ad intensi sintomi di ansia, preoccupazione, pensieri o immagini “catastrofici” il cui contenuto può, ad esempio, riguardare l’essere bocciati, fare una figuraccia, fare scena muta, mostrarsi agitato o impreparato, avere una crisi di panico, scappare all’ultimo momento, sentirsi falliti, umiliati, difettati o deludere gli altri; questi pensieri catastrofici innescano spesso la cosiddetta “ansia anticipatoria” che caratterizza gli studenti affetti da ansia d’esame patologica.
Molti studenti possono esperire tensione più o meno accentuata prima di un esame, che peraltro può motivare a dare il massimo nel prepararsi e nello studiare. L’ansia da esame è diversa da questa tipica tensione pre-esame: è più intensa, più disturbante, più invasiva e non motiva a dare il meglio di sé.
Molti studenti collegano i risultati al proprio valore personale, e questo rischia di minare l’autostima e il senso di autoefficacia personale. Paradossalmente, il fatto di essere consapevoli di esagerare il “pericolo” legato all’esame li espone ad ulteriori sofferenze che derivano dalla considerazione di essere diversi dagli altri, di essere più fragili, di essere dei falliti, di non poter raggiungere traguardi ambiziosi, di deludere gli altri; queste “riflessioni” possono compromettere l’autostima, innescare vissuti di inadeguatezza a cui spesso si accompagnano sentimenti di vergogna, autosvalutazione e depressione. Anche chi ha alle spalle una carriera scolastica positiva, o addirittura di eccellenza, può trovarsi in difficoltà di questo tipo, L’ambito universitario infatti richiede di mobilitare importanti risorse di autoregolazione e di pianificazione strategica, che raramente vengono esercitate durante gli anni precedenti.
L’ansia d’esame deve creare disagio significativo o compromettere la qualità della vita della persona. Spesso, a causa dell’ansia d’esame patologica, la persona rimane danneggiata nel suo percorso scolastico ritardando in maniera significativa la conclusione degli studi oppure può avere un rendimento scolastico al disotto dell’impegno profuso o dalle proprie capacità intellettuali. Nei casi più gravi l’ansia d’esame patologica può spingere la persona ad abbandonare gli studi nonostante le rilevanti potenzialità.
Nel libro ‘Lo studente strategico’ vengono individuati due pattern di risposte che gli studenti tendono a mettere in atto spontaneamente di fronte alle difficoltà di studio: quelle basate sul controllo e quelle basate sulla paura, e, quindi, sull’evitamento.
Un primo gruppo di strategie inefficaci quando si tratta di studiare, è basato sull’intensificazione volontaria dello sforzo. Il “devo aver voglia di studiare” porta a percepire un senso di costrizione/obbligo nei confronti di uno stato mentale (il desiderio di studiare) per sua natura spontaneo, oppure a tentare di costruire regole di ferreo autocontrollo (ogni giorno devo studiare 20 pagine oppure devo studiare anche altri libri non richiesti) che diventano ben presto impossibili da rispettare.
Uno scenario ben diverso è collegato alla paura della performance scolastica, poiché in questo caso non è tanto coinvolto lo studio in sè quanto piuttosto l’esposizione sociale dell’apprendimento, il cosiddetto ‘panico da esame’. Se in un certa misura ansia e agitazione sono emozioni utili a qualsiasi performance, oltre una certa soglia l’ansia da esame può diventare un tale terrore che inibisce la prestazione. Spesso le persone affette da ansia d’esame evitano di affrontare la prova poiché temono di non riuscire a sopportare i sintomi e le conseguenze dell’ansia. Non di rado le persone cercano di fronteggiare l’ansia d’esame facendo ricorso ad ansiolitici, alcool o sostanze. Gli adulti e gli adolescenti sono consapevoli che la loro paura è irrazionale o, quanto meno, esagerata ma, nonostante questa “consapevolezza”, non riescono a liberarsene.
Una variante specifica di queste difficoltà può riguardare la stesura della tesi, che richiede l’utilizzo flessibile e articolato di molte strategie di studio e di creatività. È un lavoro in cui esprimiamo qualcosa che ci rappresenta come studenti e come futuri professionisti ed è l’ultimo avamposto della ‘vita da studente’. Le ansie suscitate da questi aspetti possono muovere, per esempio, una esasperata ricerca di perfezione e di esaustività, nella quale c’è sempre un altro libro da approfondire e studiare prima di poter cominciare a scrivere. Oppure il fisiologico ‘panico da pagina bianca’ può condurre ad una ricerca ossessiva e infruttuosa di ‘eccellenza della scrittura’, in cui l’attenzione maniacale ad aspetti secondari (caratteri, formattazione, impaginazione) impedisce al lavoro di procedere.
È importante sottolineare che transitorie difficoltà di studio, e l’uso delle relative strategie di compensazione, fanno parte dell’esperienza comune di tutti gli studenti alle prese con un compito complesso come la formazione universitaria.
Un esame per quanto importante sia per noi, va sempre affrontato con la giusta mentalità, con molto motivazione e grinta, ma allo stesso tempo è importante avere sempre un buon paracadute nel caso andasse male. Se pensate che la vostra sia solo ansia, affrontate l’ansia. Se, invece, con un risultato negativo crolla anche la vostra fiducia, forse è il caso che guardiate al problema da un’altra prospettiva.
Cosa fare per superare il blocco nello studio?
• Rileggere queste situazioni di stallo come un blocco che non dipende strettamente da buona volontà o impegno, ma dall’uso rigido di strategie inefficaci
• Considerare l’esame come una misura, non sempre accuratissima, della qualità della preparazione su un determinato argomento.
• Riflettere sulla motivazione
• Fronteggiare la paura, individuando lo stimolo specifico
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