CHE COS'È' LA TERAPIA A SEDUTA SINGOLA E COME FUNZIONA
GENERALE - 07/06/2020
“Il buon giardiniere cura la foglia per salvare la pianta.”
Studiando la terapia a seduta singola emerge come spesso sia sufficiente una singola seduta per produrre il cambiamento atteso. Per i terapeuti i drop out (cioè l’interruzione volontaria) spesso sono sinonimi di fallimento, ma la maggior parte di voi dichiara di stare già meglio dopo il primo colloquio.
Ovviamente è importante massimizzare l’efficacia di ogni singola seduta e per questo è necessario formarsi in modo adeguato. La TSS viene utilizzata da psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, dato che è adatta a diversi contesti, dalla libera professione all'attività di strutture e organizzazioni. La TSS è infatti perfettamente integrabile ad ogni approccio, orientamento o pratiche di riferimento, potenziandolo in ogni seduta grazie alla sua struttura.
La TSS può servirvi se cercate un aiuto immediato e contemporaneamente efficace e duraturo, oppure non desiderate o temete un intervento prolungato.
Attraverso la Terapia a Seduta Singola, avrete:
-maggiore consapevolezza di voi stessi
-maggiore consapevolezza dell’impatto del problema
-maggiore consapevolezza delle risorse
-maggiore conoscenza del problema generale
-maggiore conoscenza delle strategie e tecniche specifiche per gestire il problema
-migliori capacità comunicative
La tss risponde a 5 bisogni:
1# Avere risposte in breve tempo
2# Offrire una possibilità a chi non andrebbe “mai” da uno psicologo.
3# Avere un’idea della spesa che si affronterà
4# Psicoterapia al bisogno
5# Maggiori possibilità di intervento
La TSS può esservi utile ad esempio per affrontare i vari stadi della vita (il pensionamento, il matrimonio o il divorzio, l’uscita dei figli dal nucleo familiare o la loro entrata nelle scuole, la scelta di un trasferimento o un cambio di lavoro ecc.) e fobie specifiche (paura del dentista, di volare, delle altezze, di parlare in pubblico ecc).
Alla base della TSS c’è l’idea che un cambiamento può avvenire anche con un’unica seduta, se si parte dal presupposto che:
-in ogni seduta è possibile individuare già gli elementi che ne massimizzino l’efficacia;
- voi possedete già le risorse per cambiare e risolvere il problema;
-grandi problemi non necessitano grandi soluzioni: ciò porta a riconsiderare il ruolo del terapeuta ora visto come una “guida”, che deve condurvi fuori da una situazione pericolosa, ora come un “facilitatore”, che vi aiuta a sbloccarvi e a iniziare il cambiamento che vi condurrà alla risoluzione autonoma del problema.
La critica che più frequentemente viene fatta a questa metodologia è il fatto che in un solo colloquio non si possa stabilire una “relazione terapeutica” adeguata. Michael Hoyt , padre delle TSS, riporta come il modo migliore per costruire una relazione terapeutica sia “fare domande ed essere sinceramente curiosi della persona- più che della diagnosi”.
Per ottenere il massimo da un singolo colloquio è importante quindi identificare velocemente i bisogni/obiettivi prioritari e porre la vostra storia al centro.
Le linea guida dell’intervento sono:
- domandare piuttosto che affermare: vi viene chiesto di raccontare come stanno le cose e come le vivete
- Riformulare quanto viene detto: vi viene chiesto conferma di quanto si ha capito, per ridurre incomprensioni
- Agire al di fuori dell’incontro: vi viene chiesto di mettere in pratica comportamenti o indicazioni per massimizzare l’efficacia dell’intervento.
È importante sottolineare che non vi si preclude una terapia più “tradizionale”, se dovesse succedere un nuovo problema, potete tornare e avere a disposizione un nuovo incontro, infatti la porta dello psicologo rimane sempre aperta. Potrete decidere in qualsiasi momento di ricontattarlo e prenderete assieme un nuovo appuntamento, per qualunque necessità.
Per approfondimenti:
Terapia a seduta singola. Principi e pratiche
Il mio Blog
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